Eugenio Merino, una partita di calcio davanti all’Assemblea dell’Onu. Con la testa di Netanyahu

Artuu - Alessandro Riva

New York, è il 7 settembre 2025. Il Palazzo di Vetro si prepara ad accogliere l’80ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite (aperta dal 9 al 29 settembre, ndr) con la questione del genocidio in atto a Gaza e del riconoscimento dello Stato di Palestina che premono tra i temi “caldi” che gli Stati dovranno in un modo o nell’altro affrontare. Nelle settimane precedenti, gli Stati Uniti hanno negato i visti a gran parte della delegazione palestinese, compreso Mahmoud Abbas (presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese), suscitando proteste internazionali e perfino l’ipotesi di spostare la sede delle riunioni da New York a Ginevra. Intanto, diversi Paesi occidentali – tra cui Francia, Regno Unito, Canada, Belgio, Australia e Malta – hanno annunciato l’intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina, proprio in concomitanza con l’Assemblea Generale.

All’esterno del Palazzo, però, mentre i preparativi per l’Assemblea si fanno via via più frenetici, va in scena un’azione dal tenore assai meno diplomatico. È la riproposizione, in tutto e per tutto, di una vera partita di calcio: a giocarla, alcuni attivisti palestinesi e israeliani. Al centro del campo improvvisato, però, al posto del pallone, troneggia un oggetto ben più eloquente: la testa, riprodotta nei minimi dettagli e naturalmente spiccata dal collo, nientemeno che di Benjamin Netanyahu, il principale responsabile, assieme al suo governo di falchi e di fanatici ultraortodossi, del genocidio in atto contro la popolazione palestinese.
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Septiembre 29, 2025